Più forti sono  comunisti, più forte sarà la sinistra perchè, come dimostrano la storia e la realtà americana e inglese, dove non ci sono più i comunisti non esiste la sinistra.

Speciale C P N 19 e 20 Aprile

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SPECIALE COMITATO POLITICO NAZIONALE

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Caro Walter, con chi stai ? di Franco Giordano

Caro Walter, la campagna elettorale, si sa, è fatta anche di tormentoni e uno dei tuoi preferiti è accusare la Sinistra di essere ibernata. Il detrito di un passato estinto. Degli anni '50 (che sono archeologia a differenza dei '60 che, chissà perché, sono invece di stringente attualità). Dell'epoca della lotta di classe e della manifestazioni contro la Nato. Serietà imporrebbe tuttavia che, quando si fanno affermazioni simili, si aggiungesse qualche più approfondita riflessione, e si offrisse qualche risposta non limitata alle suggestioni nuoviste. Mi spiego attraverso alcuni concreti esempi. L'Italia del 2008 è funestata da un stillicidio di morti sul lavoro. Non sono incidenti. Sono omicidi. Non si tratta di fatalità ma del sanguinoso obolo pagato al primato assoluto del profitto. Ma la logica che mette sempre e comunque il profitto al primo posto non viene da Marte. Viene dalla difesa cieca degli interessi delle aziende. Non ti dice niente la scandalosa opposizione di Confindustria al varo dei decreti attuativi della legge sulla sicurezza del lavoro? Nemmeno più fingono di dare qualche importanza alla vita umana quando entra in gioco la difesa del profitto. E te le ripeto: non sono marziani. Sono i candidati più eminenti e osannati del Pd. E allora è proprio impossibile non chiedere una risposta chiara alla domanda: ma il tuo Pd, da che parte sta? Nell'Italia del 1975 i lavoratori godevano delle retribuzioni più alte d'Europa grazie a una lunga fase di conflitto sociale che nessuno, allora, si vergognava a definire lotta di classe. Ma le definizioni contano poco. Quel che conta è la sostanza e la sostanza è che oggi le retribuzioni dei lavoratori italiani sono quasi le più basse d'Europa. Ci batte solo il Portogallo. I profitti invece sono cresciuti, a dismisura. C'è o no una relazione tra la stagione di lotte che dal '68 ha preso piede nel nostro paese e quel livello di retribuzioni? Secondo noi sì. E, di converso, c'è o no una relazione tra i bassi livelli salariali dell'oggi e la politica di concertazione, la perdita di autonomia contrattuale del sindacato, la perdita di peso politico della Sinistra? Secondo noi sì. Quanta fatica è costato (ben 50 ore di sciopero) strappare al "tuo Calearo" meno di cento euro netti al mese per i metalmeccanici! Allora, come vedi, il conflitto sociale e la Sinistra servono per mutare qui ora le condizioni di vita. Nel '53, l'anno in cui secondo te è iniziato il processo di ibernazione della Sinistra italiana, centinaia di migliaia di giovani erano costretti a emigrare dal Sud verso le "Coree" del nord Italia e del nord Europa. Cinquantacinque anni dopo la situazione non è molto più rosea: ogni anno scompare dal sud l'equivalente di una città di media grandezza. Mi correggo. Una differenza c'è. Allora a emigrare erano solo le fasce meno culturalmente attrezzate, i giovani descolarizzati. La nuova emigrazione è fatta da ragazzi diplomati o laureati, e quando arrivano nelle metropoli del settentrione finiscono a fare lavori precari e sottopagati. Non siamo nel '53 ma nel 2008: l'anno in cui si contano in Italia due milioni settecentomila "lavoratori saltuari" e tre milioni di lavoratori al nero. Il tuo candidato Colaninno offre un po' meno di seicento euro al mese, e di fissare a 36 mesi il tetto del lavoro precario non vuole neppure sentirne parlare. Tu cosa ne pensi? E se non sei d'accordo con l'industriale d'alto lignaggio, perché lo hai candidato? Non siamo nel '53 ma nel 2008, la condizione della donna è certamente molto cambiata. Ma non per miracolo o per bontà divina: in virtù di un conflitto non di classe ma di genere. Però sempre conflitto, e durissimo. Non siamo nel '53 ma nel 2008, però il condizionamento delle gerarchie ecclesiastiche c'è ancora. Anzi c'è più oggi che allora, quando di partito cattolico ce n'era uno solo mentre oggi non se ne trova uno, tranne la Sinistra Arcobaleno, che non debba tenere in massimo conto i diktat e i veti del Vaticano. Il Pd tra i primi. Te la sentiresti di smentirmi inserendo nel tuo programma il riconoscimento giuridico delle unioni civili di qualsiasi orientamento sessuale e l'impegno contro la legge 40? Nel '63, per cambiare anno, in tutto l'occidente la forbice tra le retribuzioni massime e minime aveva raggiunto il massimo punto di avvicinamento, il che ai tempi si chiamava "giustizia sociale". Da allora è tornata ad allargarsi sempre di più e con la rivoluzione neoliberista degli anni '80 ha raggiunto livelli inconcepibili. Anche in Italia. Soprattutto in Italia. Occorre un intervento drastico, e lo sappiamo tutti. Ma non mi pare facile che possano provvedere alla bisogna il presidente di Federmeccanica e quello dei giovani industriali. Calearo è il capolista del tuo partito nel Veneto. Perché? Immagino, correggimi se sbaglio, perché il Pd vuol sfondare nella roccaforte leghista del nord-est. E' un obiettivo sacrosanto, ma se per raggiungerlo bisogna interiorizzare proprio la cultura che si vorrebbe contrastare, quella dello sciopero fiscale del Carroccio e di Calearo, il gioco non vale la candela. Perché certo, le tasse vanno tagliate. Ma tu da dove vuoi partire? Dal lavoro dipendente e dalle pensioni, dalla tassazione delle rendite, come faremmo noi, oppure da un ecumenico e indistinto intervento a tutto campo? E in quest'ultimo caso, non vedi il rischio che, per mancanza di risorse, si finisca come negli Usa, con milioni di persone costrette a salassarsi per pagare la sanità privata o a morire senza troppi complimenti? Da appassionato di cinema, avrai senz'altro apprezzato l'ultimo film di Michael Moore e immagino che ti avrà anche profondamente turbato, come tutti noi. Ma ancora non ho capito come pensate voi di evitare questa tutt'altro che improbabile deriva. Aspettiamo che lo facciate sapere non a noi, ma a tutti. Penso che sia interessante. E chissà come pensa, il Pd, di invertire la sciagurata tendenza ad affrontare i conflitti internazionali con gli eserciti, esportando manu militari la democrazia? Candidando il generale Del Vecchio che, in tutta onestà, sventola la sua presenza in lista come sfida alla sinistra? Evitiamo equivoci. Non sono così sciocco da credere che l'Italia del 2008 sia la stessa degli anni '50. E' cambiato proprio tutto. Il precariato non è la catena di montaggio, per contrastarlo occorrono strumenti ben diversi e nuovi, quelli che stiamo appunto cercando. Anche lo scontro sociale si presenta, di conseguenza, in forme inedite. Non cambiano solo i soggetti sociali che di questo scontro sono attori. Cambiano persino i criteri con i quali eravamo soliti delineare la soggettività sociale. E tuttavia, per quanto diverse siano le forme, sempre di sfruttamento e di conflitto sociale si tratta. Ma poi, sei proprio sicuro che eliminare i conflitti renderebbe questo paese e questo mondo migliori? Il conflitto a noi sembra invece la principale forza propulsiva della società. E' la nostra stessa Costituzione a identificare, a ragion veduta, il conflitto come sale della democrazia e della sua espansione. Senza conflitto avremmo avuto una modernizzazione contro la modernità. Sarebbero cambiate la storia e la civiltà del nostro paese. Forse la differenza tra noi è proprio nello scarto tra chi mira ad amministrare la dolente realtà esistente e chi non si rassegna. Per restituire agli individui libertà vera, pieno potere di decidere sulle proprie scelte e sulla propria vita, per confliggere con il sistema economico-sociale che quella libertà rende impossibile. E' il caso nostro. In effetti, però, noi siamo la Sinistra


Documento di adesione all’appello partito da Firenze “Un congresso per il rilancio dei movimenti e dell’autonomia del Prc” di 140 iscritti della Federazione di Pistoia.

Siamo compagne/i di varie mozioni e rivolgiamo un appello affinché dalle Federazioni e dai circoli emerga la richiesta di tenere il congresso all' inizio della prossima primavera, per consentire una valutazione partecipata e democratica delle/i iscritte/i sui temi che riguardano la negativa esperienza di governo, la fine di Prodi, la scelta della sinistra arcobaleno e quella (che non condividiamo) di andare a liste elettorali senza i nostri simboli e la falce e martello.
Il ruolo svolto nel governo è apparso ininfluente e le scelte sono state imposte dal PD di Veltroni e Prodi, da Padoa Schioppa, Dini e Mastella, che hanno attuato una linea di risanamento a favore delle grandi imprese, di confindustria e dei poteri economici. Il programma elettorale è stato eluso mettendo in luce la subalternità del Prc e ciò ha generato sfiducia fra i lavoratori e le classi subalterne che richiedevano un ruolo coerente con gli impegni assunti nel programma elettorale. Invece, sulla guerra è stata concessa la base di Vicenza e aumentato le spese militari del 24%; il precariato e la legge 30 sono stati confermati pregiudicando il futuro dei giovani; salari, stipendi e pensioni sono i più bassi in Europa; i diritti non sono tutelati e la povertà cresce fra lavoratori e ceti deboli; la sicurezza nel lavoro non viene attuata e muoiono per questo migliaia di lavoratori. Una situazione preoccupante che richiedeva di fare il congresso l'anno scorso alla scadenza prevista ed invece è stato rinviato a data indefinita proprio mentre il partito veniva coinvolto nel negativo accordo su pensioni e welfare e nell'impopolare legge finanziaria. Poi dai vertici (come se ciò non riguardasse anche le/gli iscritte/i), al posto del congresso è stata richiesta una improbabile verifica a Prodi e il PD, quando proprio essi sono stati determinanti nella cancellazione del programma elettorale concordato.
Ora, come da molti previsto, il governo Prodi non c'è più e ci troviamo davanti al crescere della sfiducia nella società; ed anche verso il nostro Partito. Ci siamo fatti relegare nella subalternità politica che causa grande incertezza e sfiducia nel nostro futuro. Ciò nonostante non sappiamo ancora se e quando il congresso verrà fatto e vengono portate avanti proposte come quella di un "governo istituzionale di scopo" per la riforma elettorale che, nel caso venisse accolta, verrà costruita anche con una parte dei partiti del centro destra. Ipotesi che nel passato abbiamo sempre rifiutato con determinazione ed oggi viene presentata ufficialmente senza una valutazione preventiva nei circoli e nei Comitati politici delle Federazioni. Anche la scelta della sinistra arcobaleno, fatta a dicembre in una riunione degli stati generali, non è stata portata alla valutazione dell'insieme del Partito. Il percorso si prefigura come mera competenza dei vertici, non partecipato dalle/gli iscritte/i e dalla base sociale. Ciò vale anche per gli aderenti alle forze e movimenti che in questi anni (dal G8 di Genova in poi) hanno contribuito alla ripresa delle lotte nel nostro Paese. Anzi fra il Partito e i movimenti si verifica una frattura profonda a causa della scelta governista che porta a mediare al ribasso, nel governo e nelle istituzioni, le istanze sociali e territoriali di cambiamento. In base a ciò chiediamo che si tenga il congresso all'inizio della primavera in modo da dare alle/gli iscritte/i un ruolo importante e decisionale sulle scelte future ed anche in merito alla sinistra arcobaleno che non può essere fatta negando l'autonomia del Prc, i suoi simboli e la sua esistenza.
140 iscritti e iscritte della Federazione di Pistoia, appartenenti a diversi Circoli, fra cui 5 segretari di Circolo, 1 consigliere provinciale, 2 consiglieri comunali, 1 componente del Comitato Politico Nazionale e numerosi componenti del Cpf di Pistoia.

Hanno arrestato l'UDEUR!di Marco Travaglio su www.beppegrillo.it del 16/01/2008Dal blog di Bebbe Girllo

"Caro Beppe,
siamo tutti costernati e affranti per quanto sta accadendo al cosiddetto ministro della Giustizia Clemente Mastella e alla sua numerosa famiglia, nonché al suo partito, che poi è la stessa cosa. Costernati, affranti, ma soprattutto increduli per la terribile sorte che sta toccando a tante brave persone. Infatti, oltre alla signora Sandra, presidente del Consiglio regionale della Campania, sono finiti agli arresti il consuocero Carlo Camilleri, già segretario provinciale Udeur; gli assessori regionali campani dell’Udeur Luigi Nocera (Ambiente) e Andrea Abbamonte (Personale); il sindaco di Benevento dell’Udeur, Fausto Pepe, e il capogruppo Udeur alla Regione, Fernando Errico, e il consigliere regionale dell’Udeur Nicola Ferraro e altri venti amministratori dell’Udeur. In pratica, hanno arrestato l’Udeur (un mese fa era finito ai domiciliari l’unico sottosegretario dell’Udeur, Marco Verzaschi, per lo scandalo delle Asl a Roma, mentre un altro consigliere regionale campano, Angelo Brancaccio, era finito in galera prima dell’estate quando era ancora nei Ds, ma appena uscito di galera era entrato nell’Udeur per meriti penali). Mastella, ancora a piede libero, è indagato a Catanzaro nell’inchiesta "Why Not" avviata da Luigi De Magistris e avocata dal procuratore generale non appena aveva raggiunto Mastella, che intanto non solo non si era dimesso, ma aveva chiesto al Csm di levargli dai piedi De Magistris. S’è dimesso invece oggi, Mastella, ma per qualche minuto appena: poi Prodi gli ha respinto le dimissioni, lasciandolo al suo posto che – pare incredibile – ma è sempre quello di MINISTRO DELLA GIUSTIZIA. La sua signora, invece, non s’è dimessa (a Napoli, di questi tempi, c’è perfino il rischio che le dimissioni di un politico vengano accolte): dunque, par di capire, dirigerà il Consiglio regionale dai domiciliari, cioè dal salotto della villa di Ceppaloni.

Al momento nessuno sa nulla delle accuse che vengono mosse a lei e agli altri 29 arrestati. Ma l’intero Parlamento – con l’eccezione, mi pare, di Di Pietro e dei Comunisti Italiani – s’è stretto intorno al suo uomo più rappresentativo, tributandogli applausi scroscianti e standing ovation mentre insultava i giudici con parole eversive, che sarebbero parse eccessive anche a Craxi, ma non a Berlusconi: insomma la casta (sempre più simile a una cosca) ha già deciso che le accuse - che nessuno conosce - sono infondate e gli arrestati sono tutti innocenti. A prescindere. Un golpetto bianco, anzi nero, nerissimo, in diretta tv.

Nessuno, tranne Alfredo Mantovano di An, s’è domandato come facesse il ministro della Giustizia a sapere che sua moglie sarebbe stata arrestata e a presentarsi a metà mattina alla Camera con un bel discorso scritto, con tanto di citazioni di Fedro: insomma, com’è che gli arresti vengono annunciati ore prima di essere eseguiti? E perché gli arrestandi non sono stati prelevati all’alba, per evitare il rischio che qualcuno si desse alla fuga? Anche stavolta, la fuga di notizie è servita agli indagati, non ai magistrati. E, naturalmente, al cosiddetto ministro.

Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino, anziché aprire una pratica a tutela dei giudici aggrediti dal ministro, ha subito assicurato "solidarietà umana" al ministro e ai suoi cari (dobbiamo prepararci al trasferimento dei procuratori e del gip di Santa Maria Capua Vetere, sulla scia di quanto sta accadendo per De Magistris e Forleo?). Il senatore ambidestro Lamberto Dini ha colto l’occasione per denunciare un "fatto sconvolgente: i magistrati se la prendono con le nostre mogli" (la sua, Donatella, avendo fatto fallimento con certe sue società, è stata addirittura condannata a 2 anni e mezzo per bancarotta fraudolenta, pena interamente indultata grazie anche a Mastella). Insomma, è l’ennesimo attacco ai valori della famiglia tradizionale fondata sul matrimonio: dopo l'immunità parlamentare, occorre una bella immunità parentale. Come fa osservare la signora Sandra Lonardo in Mastella dai domiciliari, "questo è l’amaro prezzo che, insieme a mio marito, stiamo pagando per la difesa dei valori cattolici in politica, dei principi di moderazione e tolleranza contro ogni fanatismo ed estremismo". Che aspettano a invitarli a parlare alla Sapienza?." Marco Travaglio


Marco Ferrando, leader del Pcl: «Noi all'opposizione, la cosa rossa è la degenerazione della sinistra»

Intervista a Marco Ferrando su Il Manifesto

Bertinotti? «Un ottimo presidente della camera e un candidato perfetto per il Quirinale, un politico spregiudicato che sta cercando di assimilare con una legge elettorale reazionaria Pdci, Verdi e Sinistra Ds nella federazione arcobaleno. Purtroppo con risultati disastrosi per i lavoratori». Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori, è stato il primo a lasciare la Rifondazione di governo. Dopo un'intervista controversa non ha fatto nemmeno in tempo a entrare in senato, e fu epurato senza appello dalle liste Prc.

Ferrando, non salvi proprio nulla della Sinistra arcobaleno?
Penso che sia il compimento di una parabola degenerativa della sinistra italiana. E' un passaggio di campo. Che queste sinistre di governo si uniscano tra loro è solo una traduzione formale di quello che sono davvero, anche se con una massa critica più forte.

A gennaio fondate un nuovo partito comunista. Per fare che cosa?
Dal 3 al 6 gennaio a Rimini ci sarà il congresso fondativo del Partito comunista dei lavoratori (Pcl). E' il compimento della rottura con Rifondazione di un anno e mezzo fa. Noi siamo comunisti, critici verso la socialdemocrazia e lo stalinismo del '900. Partiamo dal marxismo rivoluzionario per ricostruire un'opposizione sociale e politica anticapitalistica. Vogliamo legare le lotte contro la guerra, il precariato e il contenimento dei salari a un'alternativa di società e di potere. Siamo l'unica sinistra che dice che in Italia non c'è la «democrazia» ma la dittatura istituzionalizzata di una minoranza di industriali e banchieri sulla maggioranza.

Però oltre a voi c'è anche un'altra sinistra meno convinta dell'unità o del governo. Penso a dirigenti come Marco Rizzo del Pdci o Fosco Giannini del Prc.
Non mi paiono interessati ad aderire al nostro partito. Rizzo è ancora impegnato in una dialettica interna al Pdci. E Giannini presenterà un documento alternativo al congresso di Rifondazione mentre in parlamento continua a sostenere, pur soffrendo, missioni militari e finanziarie di sacrificio. Nessuna pregiudiziale per nessuno purché si collochi all'opposizione. Il nostro slogan è chiaro: «Costruiamo una sinistra che non tradisca».

Metti anche Bertinotti tra i traditori?
Per niente. Mi sembra un ottimo presidente della camera, un candidato quasi perfetto alla presidenza della Repubblica. Ottimo anche come maieuta della sinistra arcobaleno. Sta cercando di ottenere con estrema spregiudicatezza una legge elettorale a suo uso e consumo, che consenta al Prc di assimilare a tavolino Pdci, Verdi e sinistra Ds privandoli di qualsiasi potere negoziale. Poco gli importa che pur di ottenere questo risultato sponsorizza una legge elettorale antidemocratica, con uno sbarramento al 5% che in Germania è nato solo per escludere i comunisti dal governo. Giudico Bertinotti un politico brillante ma al servizio di una politica disastrosa per i lavoratori. Per fare riforme istituzionali reazionarie è arrivato perfino a ipotizzare un governo con Veltroni e Berlusconi. Dopo averci detto per anni che bisognava allearsi con Prodi per battere Berlusconi ora lo scarica per votare la legge elettorale e continuare a praticare più o meno la stessa politica ma con un «governissimo» scandaloso.

E' immaginabile una vostra collaborazione con la «Costituente anticapitalista» di Cannavò e di Sinistra critica?
Non so cosa significhi quel progetto. Siamo disponibili all'unità d'azione con tutte le sinistre di opposizione ma noi vogliamo costruire un partito vero e non un'aggregazione movimentista come ce ne sono state tante altre. E' positivo che Sinistra critica dopo aver votato 22 fiducie al governo Prodi sia passata all'opposizione, mi sembra però che senza un baricentro sociale un'esperienza di quel tipo si scioglierà come neve al sole. Noi siamo presenti in tutte le regioni e ci radichiamo nelle fabbriche. Proprio oggi abbiamo costituito il primo coordinamento organizzato di lavoratori della Fiat del Pcl.

Quanti iscritti avete?
Contiamo tremila militanti. Ci presenteremo ovunque alle prossime amministrative e alle politiche con qualsiasi legge elettorale. A differenza di Sinistra critica il nostro simbolo non dobbiamo inventarlo. Ci presentiamo con falce e martello perché è la nostra espressione identitaria.

di Matteo Bartocci


Agli iscritti:prendete in mano le sorti del Partito!

Dichiarazione di Fosco Giannini, senatore Prc-Se.
La decisione di rinviare il Congresso nazionale del Prc è il fatto più grave accaduto nella storia del nostro Partito. Bertinotti e Giordano, alla testa di un ristrettissimo gruppo dirigente, decidono di trasformare Rifondazione comunista nella "Cosa rossa" e per tenersi le mani libere annullano il Congresso.
Ai militanti e agli iscritti di Rifondazione Comunista viene messo un bavaglio in bocca e di fronte alla liquidazione del loro partito non possono dire nemmeno una parola.
Siamo di fronte a un colpo di stato interno.
Lanciamo un appello a tutti gli iscritti: protestate, reagite, riprendete in mano le sorti del Partito della Rifondazione Comunista!